Le note a piè di pagina, o alla fine, mi hanno sempre fatto l’effetto di un’interruzione. Di quelle che nella tv degli anni Novanta si volevano scongiurare gridando: “Non si interrompe un’emozione”.
Posizione di principio, ingenua e velleitaria, visto come andavano e vanno le cose nello show system.
So che le note sono essenziali, se si vuole precisare, dare un aiuto, indirizzare il lettore. Ma, forse, è un sistema valido per testi scientifici, professionali, manualistici.
Tuttavia, in questo mio libro, era impossibile esimersi dall’inquadrare la situazione, per non costringere il lettore a una defatigante ricerca su wiki. Tenendo conto che wiki non ti dà risposte multiple e coordinate, ma solo approfondimenti tematici. Insomma, non si può costringere un lettore a studiare, prima di raccontargli una storia. Così, ho scelto le Cornici, che fanno le stesse cose di quelle dei quadri: circoscrivono lo spazio, danno punti di riferimento.
Si possono leggere prima, per inquadrare la situazione raccontata. O dopo, per provare a rispondere a curiosità o punti oscuri. Lì trovate precisazioni di luogo e di tempo, in modo da capire in che contesto si svolgeva quel viaggio. Precisazioni assolutamente necessarie, raccontando viaggi di tanto tempo fa, o di Paesi che hanno subito parecchi cambiamenti politici e sociali. Per stare sul generico, l’ex Urss, la Cina, la Siria, il Congo sono luoghi che meritavano qualche nota in più.
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